Intervento chirurgico in Artroscopia di spalla
L’artroscopia spalla è oggi uno dei cardini della chirurgia ortopedica mini invasiva.
Nel mio lavoro clinico, utilizzo regolarmente questa tecnica per trattare in modo preciso e mirato molte condizioni che causano dolore cronico, perdita di forza e limitazione nei movimenti della spalla, come:
- lesioni della cuffia dei rotatori;
- instabilità di spalla con episodi di lussazione;
- tendinite di spalla;
- capsulite adesiva (non l’artrosi, che richiede altre soluzioni).
Se ti è stato proposto un intervento in artroscopia alla spalla, è utile capire in cosa consiste questa procedura e cosa aspettarti nel percorso pre e post-operatorio.
Spesso, nelle ricerche online o nel linguaggio medico, potresti trovare diverse formulazioni:
“intervento artroscopia spalla”, “operazione spalla in artroscopia”. Si tratta di modi diversi per indicare lo stesso approccio: una tecnica mini-invasiva che prevede piccole incisioni e l’uso di una microcamera.
Per evitare confusione, in questa guida userò il termine artroscopia di spalla per riferirmi in modo coerente alla tecnica chirurgica. Quando parlerò dell’intervento vero e proprio, userò espressioni come “operazione spalla in artroscopia” o “intervento in artroscopia di spalla”.
In queste righe ti guiderò passo dopo passo: quando è indicata, come si svolge, quali sono i vantaggi e i rischi, come affrontare il recupero e la riabilitazione, e in quali casi è preferibile ad altri interventi, come ad esempio la protesi in caso di artrosi di spalla avanzata.
L’obiettivo è offrirti un’informazione chiara, affidabile e rassicurante, come faccio ogni giorno in ambulatorio. Così potrai decidere con maggiore consapevolezza se l’operazione alla spalla in artroscopia è davvero la strada giusta per te.
Nella pratica, questo significa valutare con attenzione la tua storia clinica, gli esami strumentali e i tuoi obiettivi personali, proponendoti solo procedure che possano portare un reale beneficio.
Il linguaggio di questa guida è volutamente semplice. Troverai esempi pratici, spiegazioni dei termini più tecnici e link utili per approfondire, perché la tua decisione merita di essere informata e serena.
Contenuti
- 1 1. Cos’è e a cosa serve
- 2 2.Indagini, patologie e candidati ideali
- 3 3. Preparazione prima dell’intervento
- 4 4. Come si svolge l’intervento
- 5 5. Vantaggi e rischi
- 6 6. Post‑operatorio e tempi di recupero
- 7 7. Artroscopia vs chirurgia open (Latarjet e altro)
- 8 8. Costi, specialisti e dove farli
- 9 9. FAQ sull’artroscopia di spalla: risposte alle domande frequenti
1. Cos’è e a cosa serve
L’artroscopia alla spalla è una tecnica di chirurgia mini-invasiva che permette di trattare diverse patologie della spalla attraverso piccole incisioni cutanee.
Con l’esecuzione di 3–4 piccole incisioni cutanee (di pochi millimetri) si accede all’articolazione attraverso una microcamera ad alta definizione e strumenti chirurgici sottili.
Grazie alla visione ingrandita e dettagliata dall’interno dell’articolazione, si interviene in modo estremamente preciso sui tessuti danneggiati, riducendo al minimo il trauma chirurgico.
L’obiettivo è ridurre il dolore cronico, ripristinare mobilità e forza e accelerare il recupero rispetto alla chirurgia tradizionale “open”, tornando più rapidamente alla vita quotidiana e allo sport.
Cosa si può fare con l’artroscopia della spalla?
L’artroscopia consente due principali tipi di intervento:
- Pulizia articolare (come (come la rimozione di tessuti infiammati, la sinovectomia o la bursectomia artroscopica);
- Riparazioni strutturali (sutura di tendini e legamenti,stabilizzazioni capsulo-legamentose).
Un intervento alla spalla in artroscopia rientra a tutti gli effetti in quella che viene definita chirurgia artroscopica della spalla. I principali campi di applicazione sono quattro:
- Lesione della cuffia dei rotatori, parziali o complete (riparazione o debridement in casi selezionati);
- Instabilità di spalla (riparazione del cercine, ritensionamento capsulare e, in casi selezionati, tecnica di remplissage);
- Tendinite o tendinopatie resistenti alla fisioterapia (decompressione subacromiale, , interventi sul capo lungo del bicipite);
- Capsulite adesiva in fase fibrotica (liberazione articolare o capsulotomia).
L’artroscopia è indicata anche per l’artrosi?
In caso di pazienti con artrosi di spalla avanzata, l’intervento artroscopico alla spalla viene generalmente evitato: in questi casi si valuta l’opzione della protesi di spalla, più adatta quando il danno articolare è esteso.
Quando si sceglie l’intervento alla spalla in artroscopia?
Nella mio lavoro quotidiano utilizzo l’operazione in artroscopia per trattare con successo
- lesioni tendinee della cuffia;
- conflitti subacromiali;
- lussazioni ricorrenti da instabilità;
- alcune forme di infiammazione cronica che non rispondono a cicli ben condotti di fisioterapia.
Si tratta di una tecnica consolidata, con risultati documentati, protocolli standardizzati e un ottimo profilo di sicurezza favorevole, quando eseguita da specialisti esperti nella spalla.
Cosa succede durante l’intervento?
Dal punto di vista tecnico, l’intervento viene eseguito con l’articolazione distesa da soluzione fisiologica sterile, che migliora la visibilità e protegge i tessuti.
Le incisioni cutanee (o “portali”) – generalmente due o tre posteriori/laterali e una anteriore – permettono di esplorare sia lo spazio gleno-omerale sia il comparto subacromiale, senza danneggiare i muscoli.
La precisione della visione artroscopica permette di:
- trattare precocemente lesioni tendinee prima che peggiorino;
- rimuovere tessuti infiammati responsabili del dolore;
- riparare strutture capsulo-legamentose con fili ad alta resistenza.
Esempi pratici
Per farti un’idea più concreta, ecco alcuni esempi clinici:
- Un paziente con dolore notturno e debolezza nell’elevazione del braccio, causati da lesione della cuffia può trarre beneficio da una riparazione tendinea artroscopica.
- Uno sportivo giovane con instabilità alla spalla dopo ripetute lussazioni può trovare stabilità con un intervento mini-invasivo.
- In caso di tendinite alla spalla cronica o capsulite adesiva in fase fibrotica, l’artroscopia può aiutare a recuperare mobilità e benessere.
In tutti questi casi, una diagnosi corretta e una selezione accurata del paziente sono fondamentali per ottenere risultati efficaci.
In caso di artrosi avanzata, invece, l’artroscopia ha un ruolo molto limitato e selettivo, riservato ad esempio al trattamento di sinoviti o conflitti associati: la soluzione principale resta la protesi di spalla.
2.Indagini, patologie e candidati ideali
Stabilire quando proporre un intervento artroscopico alla spalla richiede un inquadramento preciso.
Anche se si tratta di una tecnica mini-invasiva, la chirurgia artroscopica va affrontata con serietà e va riservata solo ai pazienti che ne hanno reale necessità.
Non tutte le condizioni richiedono un’operazione.
Quando la fisioterapia mirata, la terapia farmacologica o la modifica delle attività quotidiane funzionano, si evita l’intervento.
Ma se dolore cronico, debolezza muscolare o instabilità (ad esempio in caso di lussazioni recidivanti) persistono nonostante un trattamento conservativo ben eseguito, allora l’artroscopia spalla diventa una scelta razionale.
In molti casi, può essere anche risolutiva.
Quando si propone l’intervento artroscopico?
Interventi alla spalla in artroscopia vengono proposti soltanto dopo un iter diagnostico specifico, che include: visita specialistica, test clinici e esami strumentali mirati (ecografia di qualità, radiografie dedicate, risonanza magnetica).
Sulle immagini si valutano:
- integrità e qualità dei tendini della cuffia dei rotatori;
- presenza di instabilità di spalla (lesioni del cercine, difetti ossei);
- tendinopatie del capo lungo del bicipite
Le indicazioni tipiche per procedere con l’artroscopia sono:
- Dolore cronico che limita le attività quotidiane e il sonno, in presenza di lesione tendinea;
- Lussazioni o sublussazioni recidivanti;
- Fallimento delle terapie conservative (fisioterapia, farmaci, infiltrazioni) in caso di tendinopatie resistenti
In questi scenari, un intervento alla spalla in artroscopia consente una correzione anatomica del problema, rispettando il più possibile i tessuti circostanti.
Quando NON è indicata l’artroscopia
L’artroscopia non è una soluzione per tutti e viene sconsigliata in caso di:
- Artrosi di spalla avanzata, con deformità articolari;
- Tessuti tendinei non riparabili per degenerazione grave;
- Deficit ossei glenoidei o omerali importanti (instabilità “ossee”).
In presenza di queste condizioni, si prende in considerazione una chirurgia open, come l’intervento di Latarjet, o una protesi di spalla, soprattutto in presenza di artrosi.
Tra le controindicazioni all’intervento rientrano: infezioni attive, condizioni mediche che non permettono l’anestesia, scarsa adesione del paziente al percorso riabilitativo, aspettative irrealistiche sui tempi di recupero.
Chi sono i candidati ideali?
I pazienti ideali per un’operazione alla spalla in artroscopia sono:
- Persone motivate e collaborative, disposte a seguire un percorso riabilitativo completo;
- Pazienti con instabilità di spalla o lesione della cuffia dei rotatori;
- Chi soffre di dolore cronico e ha già provato un percorso conservativo senza risultati.
Quali esami servono per valutare l’indicazione?
Gli esami più utili per capire se è necessaria un’operazione in artroscopia alla spalla sono:
- Ecografia: valuta la cuffia dei rotatori e il capo lungo del bicipite;
- Radiografie in proiezioni dedicate: evidenziano artrosi, conflitto subacromiale, calcificazioni;
- Risonanza magnetica (con o senza contrasto): fornisce dettagli su rotture tendinee, retrazioni, qualità dei tessuti e lesioni del cercine;
- TC (Tomografia Computerizzata): utile in caso di sospette perdite ossee significative, per decidere se optare per un intervento artroscopico o per una procedura open (come l’intervento di Latarjet).
Durante la visita, valuteremo insieme se la tua condizione rientra tra quelle che beneficiano maggiormente di un’operazione alla spalla in artroscopia.
3. Preparazione prima dell’intervento
Una buona preparazione è fondamentale per favorire il buon esito dell’intervento in artroscopia alla spalla.
Circa 1-2 settimane prima dell’intervento si esegue una valutazione pre-operatoria completa: vengono controllati esami del sangue, ECG, terapie in corso, eventuali allergie, oltre a una valutazione anestesiologica. In questa fase è importante chiarire aspettative e obiettivi.
Il giorno dell’intervento è necessario rispettare il digiuno pre-operatorio.
A casa, è utile predisporre una postazione dove tenere il braccio sollevato, con ghiaccio a disposizione e oggetti utili facilmente raggiungibili con la mano non operata.
Anestesia per operazione spalla con artroscopia: cosa sapere
Nella maggior parte dei casi, la procedura si esegue in anestesia loco-regionale (blocco del plesso brachiale), spesso abbinata a una leggera sedazione.
Il braccio sarà insensibile durante l’intervento e, nelle ore successive, il blocco garantisce un significativo controllo del dolore post-operatorio, riducendo la necessità di farmaci più forti.
È normale avvertire formicolii o torpore quando l’effetto dell’anestesia svanisce gradualmente.
Cosa succede alla dimissione
Prima del rientro a casa, il paziente riceve istruzioni scritte chiare e complete su:
- uso corretto dei farmaci e del ghiaccio;
- igiene delle ferite e cura della medicazione;
- contatti utili da chiamare in caso di dubbi o problemi;
- tempistiche per l’inizio della fisioterapia, parte fondamentale del recupero.
In reparto viene anche posizionato il tutore e spiegato come indossarlo e gestirlo correttamente.
Per facilitare i primi giorni a casa, è utile organizzare in anticipo l’ambiente domestico:
- Cuscini per dormire in posizione semi-seduta;
- Oggetti di uso quotidiano sistemati sul lato non operato;
- Abiti comodi, con apertura anteriore;
- Presenza di un aiuto in casa, almeno per i primi 2–3 giorni, soprattutto per le attività che richiedono entrambe le mani.
Piccole attenzioni come queste rendono il decorso più fluido e sicuro dopo un’operazione mini-invasiva alla spalla.
Di seguito trovi una breve timeline della preparazione all’intervento, utile per organizzarti con serenità.
Come prepararsi all’intervento alla spalla
| Quando | Cosa fare |
| 1–2 settimane prima |
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| Il giorno prima |
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| Il giorno dell’intervento |
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| Il giorno dopo (in reparto) |
|
In caso di dubbi, consiglio sempre ai pazienti di contattarmi direttamente: affrontare subito le incertezze aiuta a evitare errori e ad affrontare il recupero con maggiore serenità.
4. Come si svolge l’intervento
L’intervento si svolge in sala operatoria sterile, con il paziente posizionato solitamente in “beach chair”, una posizione semiseduta che facilita l’accesso alla spalla.
Dopo la disinfezione e il campo sterile, vengono effettuate 3–4 piccole incisioni cutanee, dette portali artroscopici, che permettono di inserire una microcamera ad alta definizione (artroscopio) e gli strumenti chirurgici.
L’artroscopio proietta sul monitor una visione ingrandita e dettagliata dell’articolazione, permettendo di lavorare con precisione su tessuti danneggiati o infiammati.
Attraverso canali distinti inseriamo strumenti motorizzati e manuali per rimuovere tessuti infiammati, liberare aderenze e preparare le zone di riparazione.
Riparazione della cuffia dei rotatori
Quando la lesione riguarda i tendini della cuffia, l’obiettivo è riportarli nella loro sede anatomica attraverso l’uso di ancore (piccole viti fissate nell’osso).
Da ogni ancora partono fili ad altissima resistenza, che vengono passati nel tendine e serrati, imbastendo il tessuto lesionato per favorire la guarigione.
Entrando nel dettaglio della procedura di riparazione della cuffia dei rotatori:
- Si prepara il “footprint” osseo rimuovendo i tessuti degenerati;
- Si scelgono il numero e la posizione delle ancore in base alla morfologia della lesione;
- Le suture possono essere eseguite con tecnica a singola fila, doppia fila o bridging per aumentare la copertura e la stabilità del re-inserto.
La scelta dipende da qualità del tessuto, dimensioni e retrazione.
Riparazione tendine sovraspinoso
Tra gli interventi eseguiti in artroscopia alla spalla, la riparazione del tendine sovraspinoso (o sovraspinato), fondamentale per l’elevazione del braccio.
In questi casi, si parla spesso di artroscopia del tendine sovraspinoso: una procedura che permette di riposizionare il tendine lesionato nel suo punto di inserzione naturale (footprint osseo) tramite l’uso di ancore e fili ad alta resistenza.
L’intervento al tendine della spalla eseguito in artroscopia e consente una visione precisa delle strutture, con un approccio mini-invasivo e tempi contenuti.
Quando coesiste una borsite cronica, può essere associata una bursectomia artroscopica della spalla per rimuovere il tessuto infiammato e ridurre attrito e dolore.
Acromionplastica e trattamento del bicipite
Se è presente conflitto subacromiale, eseguiamo una acromionplastica: un rimodellamento dell’acromion per ampliare lo spazio tra osso e tendine, riducendo il rischio di compressione.
Il capo lungo del bicipite, spesso infiammato o degenerato, può essere:
- sezionato (tenotomia);
- oppure riancorato in una sede più bassa (tenodesi), in base all’età e al livello funzionale del paziente.
Interventi per instabilità: Bankart e Remplissage
In caso di instabilità di spalla con lussazioni recidivanti, si esegue la riparazione di Bankart.
Questa tecnica permette di ritensionare la capsula e i legamenti, fissando il cercine glenoideo con ancore e suture.
Se è presente anche una lesione di Hill-Sachs (difetto osseo sull’omero), si può associare un gesto chiamato Remplissage. Consiste nel “riempire” la lesione omerale tirando verso l’osso la capsula posteriore e il tendine sottospinato, attraverso una sutura ad ancora, per ridurre il rischio di recidiva.
Il Remplissage è indicato solo in alcuni casi di instabilità.
Quando ci sono grandi perdite ossee glenoidee, può essere necessario ricorrere a una tecnica chirurgica differente (non sempre eseguibili in artroscopia pura), come l’intervento di Latarjet.
Quanto dura l’intervento in artroscopia alla spalla
In media, la procedura dura tra i 30 e i 60 minuti, eccezion fatta per interventi particolarmente complessi.
È fondamentale sottolineare che nell’artroscopia alla spalla, la durata dell’intervento dipende anche dalla complessità del caso e dal tipo specifico di intervento.
Procedere in artroscopia consente una visione multi-planare delle strutture e la possibilità di trattare più problemi nella stessa seduta con la minima aggressione tissutale.
Interventi multipli (come la combinazione tra riparazione tendinea, acromionplastica e Bankart) possono richiedere un tempo leggermente maggiore, ma nella maggior parte dei casi si rimane sotto l’ora.
Fase finale dell’intervento
Alla fine della procedura:
- Si controlla l’emostasi (assenza di sanguinamenti);
- Si eseguono lavaggi articolari;
- I portali vengono chiusi con suture estetiche;
- Si applica il tutore;
- Il paziente viene monitorato prima della dimissione.
Grazie a una tecnica standardizzata e mini-invasiva, è possibile trattare più patologie in un’unica seduta con il minimo impatto tissutale.
5. Vantaggi e rischi
L’artroscopia spalla offre numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia “open”. Essendo una tecnica mini-invasiva, comporta
- incisioni più piccole;
- meno dolore post-operatorio;
- perdite ematiche ridotte;
- cicatrici minime;
- recupero più rapido, grazie al rispetto dei piani muscolari.
Un altro vantaggio importante è la visione ingrandita e diretta dell’articolazione, che permette di diagnosticare eventuali lesioni associate e, quando possibile, trattarle nella stessa seduta.
Per il paziente, questo si traduce in un ritorno più veloce alle attività quotidiane e, se indicato, alla pratica sportiva, con il supporto di protocolli di riabilitazione strutturati.
I rischi dell’intervento e come ridurli
Come ogni operazione, anche l’artroscopia alla spalla presenta alcuni rischi, seppur rari:
- Rigidità residua, soprattutto in caso di capsulite adesiva o diabete → prevenibile con fisioterapia precoce e analgesia adeguata;
- Infezioni post-operatorie a basso grado (molto rare) → ridotte grazie a tecnica sterile e profilassi antibiotica;
- Dolore persistente (di solito temporaneo) → gestibile con terapia multimodale;
- Irritazioni cutanee nei punti di accesso;
- Rirottura tendinea, più probabile in tessuti degenerati o se si torna troppo presto a sforzi importanti;
- Eventi neurologici transitori da anestesia loco-regionale → rari e reversibili;
- Complicanze tromboemboliche, poco frequenti nella chirurgia della spalla → prevenibili con mobilizzazione precoce.
La selezione accurata del paziente, l’intervento in centri ad alto volume e un percorso di riabilitazione ben strutturato sono i fattori più efficaci per massimizzare i benefici e ridurre al minimo i rischi di un’operazione alla spalla mini-invasiva.
Quando scegliere l’artroscopia rispetto ad altre soluzioni?
L’intervento alla spalla in artroscopia è indicato in molti casi, tra cui:
- Lesioni riparabili della cuffia dei rotatori;
- Instabilità di spalla senza gravi difetti ossei;
- Tendinopatie resistenti con conflitto subacromiale;
- Rigidità articolari selezionate, come nella capsulite adesiva.
Se la causa del dolore è un’artrosi di spalla avanzata, la soluzione più adatta diventa, invece, – come già detto in precedenza – la protesi di spalla.
In presenza di instabilità ossea con difetti glenoidei importanti, si valuta una chirurgia “open” come l’intervento di Latarjet.
Per un quadro completo su indicazioni, tempi e recupero, ti invito a leggere l’articolo dal titolo “Operazione spalla: quando farla, durata e recupero”.
6. Post‑operatorio e tempi di recupero
Dopo un’operazione spalla in artroscopia, il ricovero dura solitamente una sola notte.
Il paziente viene dimesso con:
- terapia del dolore personalizzata;
- istruzioni chiare per l’igiene delle ferite;
- uso programmato di ghiaccio;
- indicazioni per iniziare la riabilitazione
Il tutore fa parte del trattamento post-operatorio. La durata e il tipo variano in base all’intervento eseguito: ad esempio, dopo la riparazione della cuffia dei rotatori, viene indossato in genere per 3 settimane.
Riabilitazione e fisioterapia: le fasi
Il percorso di fisioterapia inizia precocemente e si articola in fasi progressive, guidate dal fisioterapista:
- Fase 1 (0–2 settimane)
Controllo del dolore, uso del tutore, mobilizzazioni passive o assistite, esercizi per mano, polso, gomito e scapola. Cura delle ferite e applicazione di ghiaccio; - Fase 2 (3–6 settimane)
Riduzione del tutore, recupero graduale della mobilità attiva, attivazione muscolare isometrica e controllo scapolo‑toracico; - Fase 3 (6–12 settimane)
Recupero dell’arco di movimento completo, rinforzo della cuffia dei rotatori, rieducazione funzionale per le attività quotidiane; - Fase 4 (3–6 mesi)
Ritorno a sport non di contatto e lavori manuali. Gli sport overhead o di contatto richiedono tempi più lunghi e un recupero neuromuscolare guidato.
Quando si torna alle normali attività?
I tempi di recupero sono personalizzati. In media:
- Guida e attività d’ufficio: dopo 4–6 settimane;
- Lavori manuali leggeri: dopo 8–10 settimane;
- Sforzi ripetitivi o sopra la testa: dopo alcuni mesi;
- Ritorno allo sport: da 3 a 6 mesi, in base alla disciplina.
È possibile guidare solo quando non si assumono farmaci sedativi e si ha pieno controllo del braccio (senza tutore).
Per dormire meglio nei primi giorni è consigliata una posizione semi-seduta. Le cicatrici vanno protette dal sole per almeno 2-3 mesi.
Segnali da non ignorare
In caso di artroscopia spalla, un buon post operatorio richiede anche attenzione ai segnali d’allarme. Contatta il medico se noti:
- febbre persistente;
- arrossamento o secrezioni dalle ferite;
- dolore in aumento nonostante i farmaci;
- peggioramento della mobilità;
- perdita improvvisa di forza.
In caso di dubbi, è sempre meglio intervenire subito: una risposta tempestiva rende il percorso di riabilitazione più sicuro e sereno.
Perché la riabilitazione fa la differenza
La combinazione tra tecnica chirurgica adeguata e riabilitazione ben condotta è ciò che più incide sul risultato finale.
Gestire con cura le prime settimane dopo un’operazione alla spalla mini-invasiva è fondamentale per garantire un recupero completo e stabile.
7. Artroscopia vs chirurgia open (Latarjet e altro)
Non tutte le instabilità e non tutte le lesioni della spalla si equivalgono.
L’artroscopia è eccellente nelle riparazioni capsulo-labrali, come l’intervento di Bankart, e nella riparazione della cuffia dei rotatori se i tendini sono di buona qualità.
Quando però l’instabilità è di tipo “osseo” – cioè in presenza di una perdita significativa di osso glenoideo o di lesioni di Hill-Sachs estese – la chirurgia artroscopica può non essere sufficiente.
In questi casi, si opta per una chirurgia “open” con procedura di aumento osseo, come il Latarjet, che offre maggiore stabilità articolare.
Lo stesso principio vale in caso di artrosi di spalla avanzata o lesioni massive non riparabili della cuffia, dove la protesi diventa la scelta più efficace per ridurre il dolore cronico e recuperare funzione.
Latarjet: cos’è e quando è indicato
Il Latarjet è un intervento “open” in cui si trasferisce una porzione dell’apofisi coracoide con il relativo tendine congiunto nella parte anteriore della glena.
Questo crea un blocco osseo che:
- amplia la superficie articolare;
- rafforza i tessuti anteriori;
- stabilizza la spalla;
- riduce il rischio di nuove lussazioni.
Il Latarjet è particolarmente indicato in caso di:
- instabilità con deficit ossei significativi;
- esiti di lussazioni recidivanti;
- fallimento di precedenti interventi artroscopici.
Esistono anche varianti artroscopiche della procedura, eseguite in centri altamente specializzati.
Tra gli svantaggi: una cicatrice più estesa, un recupero funzionale più lungo, e talvolta una riduzione dell’extra‑rotazione terminale, generalmente ben tollerata in cambio della stabilità.
Artroscopia o chirurgia open? Dipende dal caso
Un paziente che si sottopone a un’artroscopia alla spalla destra per instabilità senza difetti ossei importanti può contare su:
- un approccio meno invasivo;
- cicatrici minime;
- tempi di recupero generalmente più rapidi rispetto a un Latarjet.
Tuttavia, anche in questi casi, è essenziale rispettare i tempi biologici di guarigione dei tessuti molli e seguire un percorso di riabilitazione mirato.
La scelta tra artroscopia e chirurgia open dipende sempre da:
- tipo di lesione;
- qualità dei tessuti;
- aspettative del paziente;
- eventuali patologie associate.
Lesioni massive e protesi
Quando la cuffia dei rotatori è irreparabile, si valutano procedure alternative (di “salvataggio”).
Se è presente anche artrosi di spalla o una condizione detta pseudoparalisi, la scelta più efficace può essere la protesi totale o inversa, che permette di recuperare funzione e ridurre il dolore.
In ogni caso, la decisione è personalizzata e condivisa con il paziente, considerando benefici, limiti e percorso riabilitativo.
Attenzione a non confondere i termini
Spesso online si legge erroneamente “laparoscopia spalla”. In realtà, la laparoscopia è una tecnica chirurgica usata per interventi nell’addome, non nella spalla. Per le articolazioni, e in particolare per la spalla, si parla correttamente di artroscopia.
8. Costi, specialisti e dove farli
Gli interventi alla spalla in artroscopia possono essere eseguiti sia nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) sia in strutture private, con o senza coperture assicurative.
Il percorso clinico e chirurgico è sovrapponibile nei due contesti: ciò che cambia sono prevalentemente:
- le modalità di prenotazione;
- i tempi di attesa, che dipendono dalla priorità clinica e dall’organizzazione della struttura;
- alcuni servizi alberghieri (camera singola, letto per l’accompagnatore, comfort accessori).
Cosa conta davvero: l’esperienza del chirurgo
Che si tratti di un intervento nel pubblico o nel privato, il fattore determinante è sempre l’esperienza dello specialista e del suo team.
Affidarsi a un chirurgo che si occupa prevalentemente di spalla e che esegue regolarmente l’operazione alla spalla in artroscopia garantisce:
- maggiore accuratezza tecnica;
- riduzione dei tempi chirurgici;
- migliore gestione delle variabili intra- e post-operatorie;
- coordinamento efficace con il fisioterapista.
Percorso completo e personalizzato
Nel mio approccio clinico, abbiamo organizzato un continuum di cura, in modo che il paziente viene seguito in tutte le fasi del percorso:
- Valutazione iniziale e diagnosi condivisa;
- Definizione dell’intervento, delle alternative terapeutiche e delle aspettative realistiche;
- Supporto post-operatorio;
- Follow-up riabilitativo con comunicazione diretta tra chirurgo e fisioterapista.
Se stai considerando un’operazione alla spalla in artroscopia, durante la visita discuteremo indicazioni, alternative, aspettative e tempi realistici di ritorno alle attività in base alle tue attività quotidiane, professionali o sportive.
In questa sede vediamo anche eventuali coperture assicurative integrative e i preventivi, con la massima trasparenza
Richiedere una valutazione dedicata
Ogni caso è unico. È possibile richiedere una valutazione personalizzata per scegliere il percorso più adatto alla propria situazione clinica, lavorativa e personale.
L’obiettivo è sempre lo stesso: proporre il trattamento più efficace, nel momento giusto, con tutte le informazioni necessarie per affrontarlo con serenità.
9. FAQ sull’artroscopia di spalla: risposte alle domande frequenti
- Quanto dura l’intervento in artroscopia alla spalla?
Nella maggior parte dei casi 30–60 minuti, a seconda del tipo di lesione e dei gesti associati.
- Quanto tempo ci vuole per guarire dopo l’artroscopia alla spalla?
Dipende dal problema trattato e dal tipo di attività a cui vuoi tornare. Per attività quotidiane non impegnative spesso bastano 6-8 settimane; per lavori manuali pesanti o sport overhead servono diversi mesi, con progressioni monitorate.
- Fa male l’intervento alla spalla in artroscopia?
Il dolore è in genere ben controllato grazie al blocco anestesiologico e all’analgesia multimodale. Il fastidio principale è la gestione del tutore e la rigidità iniziale: seguire il programma di fisioterapia riduce entrambi in modo significativo.
- Quando si può tornare al lavoro dopo artroscopia spalla dx?
Per mansioni d’ufficio, spesso entro 3-4 settimane; per lavori manuali e sport overhead, servono programmi specifici e tempi più lunghi.
- L’artroscopia di spalla serve anche per l’artrosi?
Nell’artrosi di spalla avanzata la soluzione realmente efficace è discutere una protesi (valutando tipologia in base ad anatomia e funzione). - È meglio l’artroscopia o la chirurgia tradizionale?
Non esiste un “meglio” assoluto: l’artroscopia è preferibile nelle lesioni riparabili dei tessuti molli e nelle instabilità senza deficit ossei; la chirurgia open (ad es. Latarjet) o la protesi sono superiori quando mancano i presupposti per una riparazione stabile in artroscopia.
Hai dolore persistente alla spalla?
Prenota una visita con il Dottor Matteo Boldini per una valutazione approfondita e un piano terapeutico su misura per te.
Insieme definiremo se l’intervento in artroscopia alla spalla è davvero la soluzione migliore per te e quali tempi di recupero aspettarti.