Artrosi di spalla

L’artrosi di spalla è una patologia degenerativa dell’articolazione gleno-omerale, in cui la cartilagine si consuma progressivamente fino a rendere doloroso e limitato il movimento del braccio.
In condizioni normali, la cartilagine agisce come un cuscinetto liscio e resistente, che riveste le superfici ossee e consente ai capi articolari di scorrere senza attrito.
Quando però questa struttura si assottiglia o si deteriora, le ossa iniziano a sfregare tra loro: è in quel momento che compaiono dolore, rigidità, crepitii articolari e una sensazione crescente di perdita di forza.
Il fulcro del problema è quasi sempre l’articolazione gleno-omerale, cioè il punto in cui la testa dell’omero si articola con la glena scapolare. Tuttavia, anche altre strutture come l’acromion e i tendini vicini possono contribuire al quadro clinico.
Ma da dove nasce il dolore in caso di artrosi?
La cartilagine, di per sé, non è innervata: a far male sono le strutture circostanti che reagiscono alla perdita di fluidità nel movimento.
Il dolore deriva infatti da una combinazione di micro-infiammazione della membrana sinoviale, formazione di osteofiti (piccole escrescenze ossee), pressione aumentata nell’osso subcondrale e contrattura dei muscoli che cercano di stabilizzare l’articolazione meno “fluida”.
Per questo, il trattamento dell’artrosi alla spalla punta a ridurre l’infiammazione, migliorare la biomeccanica e, nei casi più avanzati, a sostituire le superfici danneggiate con una protesi di spalla.
Nel linguaggio comune e anche nei referti medici, questa condizione viene indicata con diverse espressioni: artrosi spalle, artrosi alla spalla, osteoartrosi della spalla, artrosi scapolo-omerale.
In tutti i casi, si parla di una forma degenerativa che evolve lentamente e può essere trattata con approcci conservativi (come fisioterapia e infiltrazioni) oppure, quando necessario, con la chirurgia protesica.
Nelle sezioni seguenti analizzeremo in modo chiaro e approfondito:
- Cos’è l’artrosi della spalla e come riconoscerla;
- I sintomi più tipici e le loro caratteristiche;
- I test utili per la diagnosi;
- Le possibili cure, conservative e chirurgiche;
- Consigli pratici per gestire il problema nella vita quotidiana.
In sintesi: quando la cartilagine della spalla è consumata, l’articolazione non scorre più correttamente. Il dolore, la rigidità e la limitazione nei movimenti diventano i segnali principali. Il trattamento può essere graduale, con fisioterapia e infiltrazioni di acido ialuronico nei casi lievi, oppure con l’impianto di una protesi nei casi più severi.
Contenuti
- 1 Cos’è l’artrosi della spalla?
- 2 I 5 sintomi principali dell’artrosi alla spalla
- 3 Cause e fattori di rischio dell’omartrosi
- 4 Come si diagnostica l’artrosi della spalla
- 5 Trattamenti conservativi per l’artrosi di spalla
- 6 Infiltrazioni per l’artrosi della spalla: tutto quello che devi sapere
- 7 Quando è necessaria la protesi di spalla
- 8 Vivere con l’artrosi della spalla: consigli pratici
- 9 FAQ sull’Artrosi della Spalla: risposte alle domande frequenti
Cos’è l’artrosi della spalla?
L’artrosi della spalla è una malattia degenerativa che colpisce l’articolazione gleno-omerale, cioè quella tra la testa dell’omero e la glena della scapola.
Questa condizione comporta un progressivo assottigliamento della cartilagine, fino all’esposizione dell’osso sottostante.
Quando la cartilagine articolare si consuma, le ossa iniziano a sfregare fra loro, causando dolore, attrito, rigidità e limitazione del movimento del braccio.
Artrosi primaria e secondaria
Esistono due forme principali:
- Artrosi primaria: compare senza una causa specifica, ma è favorita da fattori come l’età, la predisposizione genetica, i microtraumi ripetuti e il carico meccanico eccessivo sull’articolazione della spalla;
- Artrosi secondaria (post-traumatica): si sviluppa in seguito a fratture articolari, lussazioni, interventi chirurgici o lesioni dei tessuti molli circostanti, come una lesione della cuffia dei rotatori.
Cosa succede dentro l’articolazione
Con il tempo, la cartilagine perde acqua, collagene e struttura, compaiono fissurazioni, e l’osso subcondrale sottostante si ispessisce (sclerosi).
Compaiono osteofiti (piccole escrescenze ossee ai margini dell’articolazione), si infiamma la sinovia, e tutto ciò peggiora la cinematica della spalla.
Questi cambiamenti rendono più difficili anche i gesti quotidiani come lavarsi i capelli, prendere oggetti da scaffali alti o compiere movimenti sopra la testa.
Oltre all’articolazione gleno-omerale, può essere coinvolta anche l’articolazione acromion-claveare, tra acromion e clavicola.
L’artrosi è quindi un tipo di artropatia della spalla in cui prevale l’usura meccanica e il rimodellamento osseo, non “solo” consumo. Questa condizione degenerativa complessa, riguarda perciò non solo la cartilagine ma anche l’osso, la capsula, la sinovia e i muscoli coinvolti nel movimento.
Una corretta definizione della patologia aiuta a impostare un trattamento graduale, che può includere educazione del paziente, fisioterapia mirata, infiltrazioni selettive e, quando indicato, l’intervento con protesi di spalla.
Artrosi e artrite della spalla: attenzione a non confonderle
Nel mio lavoro quotidiano, capita spesso che i pazienti confondano artrosi e artrite alla spalla: in realtà si tratta di condizioni diverse, che richiedono trattamenti differenti.
L’artrosi è una malattia degenerativa, in cui la cartilagine dell’articolazione si consuma progressivamente, compromettendo la fluidità del movimento.
L’artrite della spalla, invece, è un processo infiammatorio, spesso di origine autoimmune, che può colpire una o entrambe le spalle (si parla, quindi, di artrite alla spalla destra o artrite spalla sinistra) e si manifesta con gonfiore, dolore e rigidità.
Anche se l’artrite alla spalla si presenta con sintomi che possono somigliare a quelli dell’artrosi, è fondamentale una diagnosi differenziale per stabilire il piano terapeutico più adatto.
I primi segnali dell’artrosi alle spalle possono comparire gradualmente. Ne parleremo meglio nella prossima sezione, dedicata all’artrosi della spalla e ai suoi sintomi.
I 5 sintomi principali dell’artrosi alla spalla
Riconoscere i sintomi dell’artrosi alla spalla è il primo passo per intervenire in tempo con il giusto trattamento.
Vediamo quindi quali sono i segnali più comuni nell’artrosi alle spalle e cosa comportano questi sintomi nella vita di tutti i giorni:
1.Dolore alla spalla
Il dolore è spesso il primo sintomo. Inizialmente compare solo sotto sforzo o in alcune posizioni, ma con il tempo diventa più frequente e persistente, soprattutto nei movimenti sopra la testa o nelle rotazioni del braccio. Nei casi più avanzati, il dolore può irradiarsi lungo il braccio.
2.Rigidità articolare
Con la progressione della cartilagine consumata, l’articolazione della spalla perde fluidità e ciò, nel contesto dell’ artrosi di spalla, è tra i sintomi più comuni. A seguito di questo, la capsula articolare tende a ispessirsi. I muscoli circostanti si contraggono nel tentativo di proteggere l’articolazione dolente e stabilizzare la spalla, provocando rigidità.
Diventano difficili gesti semplici come:
- alzare il braccio;
- infilare una giacca;
- allacciarsi il reggiseno.
La rigidità è spesso più marcata al mattino o dopo periodi di inattività.
3.Scrosci articolari e crepitii
Durante il movimento, in particolare nelle rotazioni, si possono percepire rumori articolari (i classici “scrosci”) o una sensazione simile a “sabbia” intra-articolare che si muove nella spalla. Non sempre indicano una condizione grave, ma sono un chiaro segnale che l’articolazione gleno-omerale non è più fluida.
4.Limitazione funzionale nei movimenti
Con il tempo, l’artrosi della spalla riduce la capacità di compiere alcuni movimenti, in particolare:
- sollevare oggetti;
- compiere gesti ripetitivi;
- sostenere pesi anche leggeri.
Questo limita l’autonomia quotidiana e, nei casi bilaterali, può diventare uno dei sintomi più invalidanti, soprattutto quando l’artrosi coinvolge entrambe le articolazioni di scapola destra e sinistra (artrosi scapolare bilaterale).
5.Dolore notturno e irradiato
Di notte, la posizione supina può aumentare la pressione interna all’articolazione, soprattutto se infiammata. Il dolore si accentua, il sonno si frammenta e può diventare difficile coricarsi sulla spalla più dolorosa.
Nei casi in cui l’artrosi colpisca entrambe le spalle, è frequente che i sintomi siano asimmetrici. Ovvero l’artrosi alla spalla sinistra presentarsi con certi sintomi e l’artrosi spalla destra manifestarsi con sintomi differenti. E, dunque, si può quindi avvertire più fastidio da un lato rispetto all’altro.
Quando peggiorano i sintomi?
L’artrosi alla spalla può peggiorare in alcune circostanze e i sintomi intensificarsi:
- dopo sforzi ripetuti sopra la testa;
- in caso di sbalzi di temperatura, umidità o clima freddo;
- nei periodi di inattività prolungata.
Agire tempestivamente con fisioterapia, educazione al movimento e terapia antalgica può rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita.
Cause e fattori di rischio dell’omartrosi
L’artrosi della spalla, o omartrosi, può insorgere con modalità diverse, distinguendosi in:
1.Artrosi primaria
È la forma più comune e si sviluppa senza una causa specifica, ma come risultato dell’invecchiamento, della predisposizione genetica e dell’esposizione a micro-traumi ripetitivi.
Chi svolge attività manuali intense o sport ripetitivi sopra la testa (come nuotatori, lanciatori, edili) è particolarmente esposto.
2.Artrosi secondaria (post-traumatica)
Questa forma compare in seguito a fratture articolari, lussazioni, instabilità gleno-omerale o lesioni dei tessuti molli periarticolari.
Un caso frequente è la rottura massiva dei tendini, che altera la cinematica della spalla e sovraccarica la cartilagine gleno-omerale, accelerando l’usura, favorendo la progressione della condizione di artrosi degenerativa spalla.
Altri fattori che aumentano il rischio
Ci sono diversi co-fattori che possono contribuire allo sviluppo dell’artropatia degenerativa della spalla, tra cui:
- Diabete;
- Fumo di sigaretta;
- Patologie reumatiche;
- Aumento di peso;
- Squilibri muscolari;
- Conflitto subacromiale cronico.
Tutti questi elementi, nel tempo, favoriscono una progressiva degenerazione dell’articolazione e l’insorgenza dell’artrosi alle spalle e dei suoi sintomi tipici, come dolore e limitazione funzionale.
Per approfondire l’argomento, scopri anche le cause, i sintomi e i trattamenti efficaci per la tendinite alla spalla.
Come si diagnostica l’artrosi della spalla
La diagnosi dell’artrosi spalla inizia sempre con una visita ortopedica specialistica.
Durante la visita, il medico raccoglie l’anamnesi (tipo di dolore, fattori che lo aggravano, eventuale irradiazione verso il braccio, disturbi notturni) e procede con l’esame clinico.
Si valuta la presenza di:
- Rigidità articolare, sia attiva che passiva;
- Dolore alla mobilizzazione;
- Scrosci articolari;
- Debolezza muscolare;
- Eventuali segni che suggeriscono una lesione della cuffia dei rotatori.
Esami strumentali per confermare la diagnosi
Per confermare il sospetto di artrosi, si ricorre a specifici esami radiologici:
- Radiografia (RX) in proiezioni dedicate: è l’esame di primo livello e mostra lo spazio articolare, la presenza di osteofiti, sclerosi dell’osso subcondrale e geodi;
- TAC: utile per il planning pre-operatorio quando si prende in considerazione la protesi. Valuta con precisione la versione glenoidea e l’eventuale perdita ossea;
- Risonanza Magnetica (RMN): consente di analizzare lo stato dei tendini, evidenziando eventuali lesioni associate. È particolarmente indicata quando si sospetta che l’artrosi sia correlata a una rottura massiva della cuffia dei rotatori.
In alcuni casi, quando il dolore da artrosi si irradia dalla spalla al braccio o i sintomi non sono tipici, può essere necessario escludere altre cause, come la cervicobrachialgia o alcune neuropatie periferiche.
Quando sono necessari approfondimenti
Gli esami avanzati sono consigliati se:
- i sintomi sono importanti o rapidamente progressivi;
- c’è significativa perdita di forza;
- l’età o le attività del paziente fanno prevedere un peggioramento della condizione.
Una diagnosi completa consente di impostare il giusto trattamento, scegliendo tra fisioterapia, infiltrazioni mirate o, nei casi più avanzati, un intervento di protesi.
Nei prossimi paragrafi vedremo i trattamenti per l’artrosi alla spalla e le cure consigliate, partendo dagli approcci conservativi fino alla chirurgia.
Trattamenti conservativi per l’artrosi di spalla
Quando l’artrosi della spalla destra o sinistra si presenta in forma lieve o moderata, si può ottenere un buon controllo dei sintomi con un approccio conservativo, evitando o posticipando l’intervento chirurgico.
Cosa comprende il trattamento conservativo
L’obiettivo è rallentare la progressione della malattia, ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dell’articolazione.
Tra i principali strumenti terapeutici:
- Educazione del paziente e gestione corretta dei carichi;
- Crioterapia nelle fasi dolorose acute;
- Farmaci antinfiammatori al bisogno, sempre sotto controllo medico;
- Fisioterapia mirata, con focus su: elasticità capsulare, rinforzo della cuffia dei rotatori e controllo della scapola e propriocezione.
Gli esercizi più utili
Nel contesto di una terapia mirata alla gestione dell’artrosi, un programma personalizzato di esercizi può dare ottimi risultati in termini di mobilità, forza e controllo motorio.
Gli esercizi consigliati includono:
- Mobilità dolce;
- Rinforzo isometrico;
- Controllo scapolare.
Per una guida completa, leggi il nostro approfondimento sugli Esercizi per artrosi alla spalla.
Rimedi naturali e terapia manuale
Molti pazienti chiedono anche rimedi naturali per l’artrosi alla spalla. Oltre all’esercizio fisico, possono aiutare:
- una buona igiene del sonno;
- evitamento di movimenti ripetitivi sopra la testa;
- mantenimento di un corretto equilibrio tra attività e riposo.
Nei casi di artrosi con ipomobilità articolare, la terapia manuale capsulare può ridurre la rigidità. Quando l’artrosi si associa a rottura massiva della cuffia, è utile rinforzare muscoli come il deltoide e i fissatori della scapola, per compensare il deficit.
Infiltrazioni: una terapia mirata
Nel quadro di un trattamento conservativo dell’artrosi alla spalla, l’approccio alla cura include anche infiltrazioni intra-articolari, che approfondiremo nel prossimo paragrafo.
Questo tipo di approccio può essere adottato anche per l’artrosi della spalla sinistra o destra, adattando il piano terapeutico alla gravità dei sintomi e alle esigenze funzionali del paziente.
Infiltrazioni per l’artrosi della spalla: tutto quello che devi sapere
Le infiltrazioni intra-articolari rappresentano uno degli strumenti più utilizzati nei trattamenti conservativi dell’artrosi spalla, soprattutto nelle fasi iniziali o quando il dolore si riacutizza.
Cosa sono le infiltrazioni e come funzionano
Le infiltrazioni consistono nell’introduzione di un farmaco direttamente nell’articolazione della spalla, per ridurre i sintomi legati alla cartilagine consumata e migliorare temporaneamente la funzionalità.
Le due tipologie principali sono:
- Infiltrazioni con acido ialuronico (viscosupplementazione): migliorano la lubrificazione articolare, riducono l’attrito tra i capi ossei e possono aiutare a ridurre il dolore. L’effetto è sintomatico e può durare da qualche settimana fino a diversi mesi. Spesso vengono ripetute ciclicamente;
- Infiltrazioni con corticosteroidi: hanno un’azione antinfiammatoria rapida e sono utili nei casi di sinovite reattiva. Tuttavia, l’effetto tende a essere meno duraturo e devono essere utilizzate con cautela.
Quando sono indicate
Le infiltrazioni possono essere utili:
- nelle fasi iniziali o intermedie dell’artrosi di spalla;
- nei momenti di riacutizzazione del dolore;
- quando si vuole rimandare un intervento chirurgico.
Tuttavia, nei casi più avanzati, in cui la cartilagine della spalla è gravemente compromessa, l’efficacia delle infiltrazioni può essere limitata, ma possono aiutare a gestire periodi critici o a rimandare l’intervento.
Benefici e limiti
Le infiltrazioni non risolvono il problema alla radice, ma fanno parte di un piano terapeutico multimodale.
Sono più efficaci se abbinate a:
- esercizio terapeutico personalizzato;
- farmaci antinfiammatori al bisogno;
- tecniche fisioterapiche specifiche.
Una domanda frequente che ricevo in ambulatorio è: “L’artrosi alla spalla come si cura?” La risposta corretta è: con un percorso progressivo e su misura, che parte sempre da un approccio conservativo e prende in considerazione l’opzione chirurgica solo quando i trattamenti non sono più sufficienti.
Quando è necessaria la protesi di spalla
Se il dolore e la disabilità persistono nonostante infiltrazioni e fisioterapia mirata per l’artrosi alla spalla e tutti gli altri rimedi consigliati, si prende in considerazione l’intervento chirurgico con protesi di spalla.
Quale tipo di protesi si utilizza?
Esistono due tipologie principali di protesi, che vengono scelte in base allo stato dei tendini e alla morfologia dell’articolazione gleno-omerale:
1.Protesi anatomica
Viene impiantata solo se i tendini della cuffia dei rotatori sono integri e la geometria ossea è ben conservata.
Riproduce la biomeccanica naturale della spalla.
2.Protesi inversa
Indispensabile nei casi di rottura massiva e irreparabile della cuffia o in presenza di gravi deformità ossee (es. gravi alterazioni glenoidee).
In questa configurazione, è il muscolo deltoide a compensare il deficit dei tendini e a permettere il movimento del braccio.
L’intervento: cosa aspettarsi
L’intervento di protesi alla spalla ha una durata media compresa tra i 60 e i 120 minuti.
Grazie ai progressi chirurgici e anestesiologici, si tratta oggi di una procedura sicura e ben tollerata.
Il percorso riabilitativo è fondamentale per il successo dell’operazione e consiste in:
- Recupero iniziale della mobilità protetta;
- Lavoro graduale sul rinforzo muscolare;
- Ritorno alle attività quotidiane e, se indicato, anche sportive.
Benefici attesi
Gli obiettivi realistici della protesi di spalla sono:
- Riduzione significativa o scomparsa del dolore;
- Miglioramento dell’ampiezza di movimento;
- Recupero dell’autonomia funzionale;
- Aumento generale della qualità di vita.
Anche nei casi di artrosi avanzata, la chirurgia protesica rappresenta oggi una soluzione efficace e duratura.
Vivere con l’artrosi della spalla: consigli pratici
Nei casi in cui non sia necessario ricorrere alla chirurgia, è possibile convivere con l’artrosi spalla adottando strategie quotidiane mirate.
L’obiettivo è ridurre il dolore, migliorare il movimento e mantenere una buona qualità di vita, limitando le sollecitazioni dannose per l’articolazione.
Movimenti da evitare o gestire meglio
Per proteggere la spalla è importante:
- evitare movimenti bruschi con il braccio teso;
- limitare i lavori prolungati sopra la testa (es. pitturare, svitare una lampadina);
- preferire traiettorie di movimento vicino al corpo, che riducono lo stress articolare.
Anche le attività quotidiane, come infilare un cappotto o sollevare borse pesanti, vanno eseguite con attenzione e se possibile alternate tra i due arti.
Attività fisica consigliata
L’attività fisica moderata, svolta con regolarità e con il supporto della fisioterapia, aiuta a preservare la mobilità e a rinforzare i muscoli di compenso.
Ecco alcune attività adatte in caso di artrosi alla spalla:
- Camminata a passo sostenuto;
- Cyclette con postura rilassata;
- Esercizi in acqua o nuoto a dorso, che favorisce il ritmo scapolo-omerale;
- Fisioterapia personalizzata con esercizi dolci di mobilità e rinforzo.
Tutti gli esercizi devono essere eseguiti in modo progressivo e controllato, evitando il “fai da te”.
Strategie per il quotidiano
Piccoli accorgimenti possono fare la differenza nella gestione dei sintomi:
- Dormire sul lato opposto a quello dolente, con un cuscino di supporto sotto il braccio;
- Applicare ghiaccio dopo gli sforzi o a fine giornata, per calmare l’infiammazione;
- Pianificare le attività pesanti nei momenti della giornata in cui la rigidità è minore;
- Fare pause frequenti e variare le posizioni, soprattutto se si sta seduti a lungo o si lavora al computer.
Con un approccio attento e personalizzato, molti pazienti riescono a convivere con l’artrosi della spalla mantenendo un buon livello di autonomia, senza dover necessariamente arrivare all’intervento.
FAQ sull’Artrosi della Spalla: risposte alle domande frequenti
1.Come si cura l’artrosi della spalla?
Con un percorso graduale che parte da fisioterapia ed esercizio mirato.
Si possono associare farmaci, infiltrazioni con acido ialuronico e tecniche conservative
Nei casi più gravi si valuta l’intervento chirurgico con protesi anatomica o inversa.
2.Quali sono i sintomi dell’artrosi alla spalla?
Dolore meccanico che peggiora con l’uso.
Rigidità articolare e difficoltà nei movimenti.
Scrosci o crepitii durante la rotazione.
Perdita di forza nel braccio.
Dolore notturno soprattutto se presente artrosi spalla dx o bilaterale.
3.Quando fare la protesi?
Quando il dolore è continuo e limita le attività quotidiane.
Se le terapie conservative non sono più efficaci.
Se la radiografia mostra usura severa o deformità articolare.
4.L’artrosi della spalla può guarire?
La cartilagine danneggiata non si rigenera.
Si può però rallentare la progressione della malattia.
Con il giusto trattamento si controllano i sintomi e si migliora il movimento.
La protesi è indicata nei casi avanzati.
5.Quali sono i rimedi più efficaci per l’artrosi della spalla?
Esercizi personalizzati e progressivi.
Fisioterapia e gestione dei carichi
Infiltrazioni mirate nei periodi di dolore.
La protesi è il rimedio definitivo nelle forme gravi.
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