Tendinite al Capo Lungo del Bicipite: Sintomi, Cause e Trattamenti Efficaci
La tendinite al capo lungo del bicipite è una delle cause più frequenti di dolore anteriore di spalla. Colpisce soprattutto sportivi, lavoratori che eseguono movimenti ripetitivi sopra la testa e persone con sovraccarico funzionale.
Spesso i pazienti si chiedono: “Perché sento dolore davanti alla spalla quando sollevo il braccio o compio certi movimenti?” .
Nella maggior parte dei casi, il dolore è dovuto a un processo di infiammazione del capo lungo del bicipite (tenosinovite), causato da microtraumi ripetuti o associato a patologie della cuffia dei rotatori.
In alcuni pazienti il dolore si irradia lungo il braccio o si concentra sul solco bicipitale anteriore, in corrispondenza della doccia bicipitale.
In questa guida analizzeremo cause, sintomi, diagnosi, terapie conservative e chirurgiche, insieme a consigli per la riabilitazione e la prevenzione. Il messaggio chiave è rassicurante: con una diagnosi corretta e un trattamento adeguato, la guarigione è possibile e il ritorno alle attività quotidiane o sportive è realistico nella maggior parte dei casi.
Nelle prossime sezioni vedremo come riconoscere l’infiammazione del capo lungo bicipite, capire le cause del dolore al bicipite e trattare il tendine CLB con terapie mirate e riabilitazione personalizzata.
Contenuti
- 1 Cos’è il capo lungo del bicipite?
- 2 Cosa causa la tendinite al capo lungo?
- 3 Sintomi e segni clinici della tendinopatia
- 4 Diagnosi e Test
- 5 Fisioterapia al bicipite brachiale
- 6 Trattamento chirurgico
- 7 Esercizi per la riabilitazione del capo lungo
- 8 Prevenzione
- 9 FAQ – Domande frequenti sulla tendinite clb
Cos’è il capo lungo del bicipite?
Il bicipite brachiale è il muscolo anteriore del braccio responsabile soprattutto della flessione del gomito e della supinazione dell’avambraccio. È formato da due porzioni:
- il capo breve, che origina dal processo coracoideo e contribuisce in modo significativo alla forza del muscolo;
- il capo lungo del bicipite, che origina dal tubercolo sopraglenoideo e dal labbro glenoideo superiore, all’interno dell’articolazione gleno-omerale.
Il capo lungo attraversa l’intervallo dei rotatori, scorre nella doccia bicipitale (o solco bicipitale) dove è mantenuto in sede dalla puleggia bicipitale, e prosegue avvolto da una guaina sinoviale fino al ventre muscolare.
Questa particolare traiettoria “intra-articolare” lo rende più esposto a stress meccanici e fenomeni infiammatori.
Il tendine capo lungo bicipite agisce come stabilizzatore secondario della testa omerale, contribuisce alla stabilizzazione gleno-omerale nei movimenti di elevazione e collabora con i tendini della cuffia dei rotatori per mantenere l’equilibrio articolare.
Per questo motivo il capo lungo è la porzione più vulnerabile:
- la sua parte intra-articolare può irritarsi per frizione,
- la guaina sinoviale può infiammarsi (tenosinovite CLB),
- la puleggia bicipitale può cedere causando instabilità del tendine,
- possono comparire degenerazioni o calcificazioni tendinee nel tratto che scorre nella doccia.
In pratica, la combinazione tra anatomia (origine sul labbro glenoideo, passaggio nell’articolazione e nel solco bicipitale) e funzione (stabilizzatore nei movimenti sopra la testa) spiega perché il capo lungo del bicipite tende a infiammarsi più facilmente rispetto al capo breve.
Cosa causa la tendinite al capo lungo?
Nella maggior parte dei pazienti, la tendinite del capo lungo del bicipite deriva da sovraccarico funzionale e microtraumi ripetuti.
Le attività che prevedono movimenti sopra la testa o gesti di lancio — come baseball, softball, pallavolo, nuoto agonistico, tennis, ginnastica artistica o sollevamento pesi — sottopongono a stress costante la porzione intra-articolare e la puleggia bicipitale, favorendo l’insorgenza di infiammazione al capo lungo del bicipite (o tendinopatia del capo lungo del bicipite).
Le cause traumatiche pure (cadute o movimenti improvvisi) sono più rare, ma possono comunque provocare una lesione acuta del tendine,
Molto più spesso, invece, la tendinite del clb compare in associazione ad altre patologie della spalla, come:
- Lesione alla cuffia dei rotatori (parziale o completa),
- Instabilità gleno-omerale,
- Conflitto subacromiale,
- Artrosi gleno-omerale.
In questi casi, il capolungo del bicipite brachiale tende a “compensare” le funzioni perse da altre strutture, andando incontro a sovraccarico e infiammazione cronica. È una condizione tipica degli sportivi overhead (lanciatori, pallavolisti, nuotatori) e provoca dolore profondo, scatti articolari o una sensazione di instabilità all’interno della spalla.
Da ricordare anche la rottura del capo lungo, un evento paradossale in cui il dolore spesso diminuisce spontaneamente. Dopo la rottura compare il caratteristico segno di Popeye, un rigonfiamento nella parte anteriore del braccio dovuto alla retrazione del ventre muscolare.
Sintomi e segni clinici della tendinopatia
Il sintomo principale della tendinite al capo lungo del bicipite è il dolore anteriore di spalla, localizzato lungo il solco bicipitale.
Il dolore aumenta con i movimenti sopra la testa o durante gesti quotidiani come pettinarsi, sollevare un peso o allacciare la cintura di sicurezza.
Spesso il paziente riferisce un dolore irradiato lungo il braccio, descritto come una fitta o una sensazione di bruciore nella parte anteriore.
Sintomi specifici in base al tipo di lesione
- Tendinite o tenosinovite del capo lungo del bicipite: dolore meccanico localizzato e sensazione di fastidio continuo nei movimenti;
- Lesioni SLAP: dolore più profondo, evocato da movimenti di elevazione in avanti o gesti sportivi di lancio, spesso accompagnato da uno “scatto” o clic articolare<,
- Rottura del capolungo del bicipite: dolore acuto iniziale seguito da un miglioramento spontaneo; compare il tipico segno di Popeye, un rigonfiamento nella parte anteriore del braccio dovuto alla retrazione del ventre muscolare.
Altri sintomi possibili
- Debolezza o perdita di forza durante i movimenti di flessione o rotazione;
- Perdita di fiducia nel gesto motorio, soprattutto negli sportivi;
- Dolore al bicipite destro, più frequente per dominanza funzionale;
- Dolore bilaterale, più raro ma possibile nei casi di sovraccarico cronico.
Quanto può durare una tendinite alla spalla? Approfondisci la durata e il decorso della tendinopatia, consultando l’articolo dedicato.
Diagnosi e Test
L’iter diagnostico della tendinite del capolungo del bicipite (CLB) si basa su un percorso che include anamnesi accurata, esame clinico e indagini strumentali.
- Valutazione clinica
Durante la visita, il medico raccoglie informazioni su sport praticati, eventuali traumi o movimenti ripetitivi sopra la testa, tipici delle attività che possono causare infiammazione al tendine capolungo bicipite.
L’esame clinico prevede l’esecuzione di test specifici come:
- Test di Speed: provoca dolore anteriore di spalla se è presente una tendinite o una tenosinovite del clb;
- Test di Yergason: valuta la stabilità del tendine nella doccia bicipitale e la funzionalità della puleggia bicipitale.
Questi test aiutano a individuare la presenza di instabilità tendinea o tenosinovite del capo lungo del bicipite, condizioni spesso associate a microtraumi ripetuti o a lesioni della cuffia dei rotatori.
- Esami strumentali
- Ecografia della spalla: è l’esame di primo livello. Permette di evidenziare infiammazione del bicipite, versamento nella guaina sinoviale o dislocazione del tendine dalla sua sede;
- Risonanza Magnetica (RMN) o Artro-RMN: forniscono una valutazione dettagliata del tendine capolungo del bicipite, della puleggia bicipitale, del labbro glenoideo superiore e dell’articolazione gleno-omerale. Sono indispensabili nei casi sospetti di lesione SLAP o instabilità complessa.
Importanza della diagnosi differenziale
Distinguere una tenosinovite del capo lungo del bicipite da una lesione SLAP o da un’instabilità del tendine del capolungo del bicipite è fondamentale per evitare terapie inutili e impostare un trattamento mirato.
Solo un corretto inquadramento diagnostico consente di scegliere le cure più efficaci e rispondere alla domanda comune dei pazienti: “In caso di infiammazione del capo lungo del bicipite cosa fare?”.
Fisioterapia al bicipite brachiale
Il trattamento iniziale della tendinite al bicipite è quasi sempre conservativo e si basa su un programma di fisioterapia specialistica.
La riabilitazione del capo lungo bicipite ha l’obiettivo di ridurre l’infiammazione, recuperare la funzione e prevenire recidive, con protocolli personalizzati in base al tipo di lesione e alla gravità dei sintomi.
Principali strumenti terapeutici
- Esercizi specifici e controllati per modulare il dolore, migliorare la mobilità e gestire il carico articolare;
- Rinforzo e coordinazione della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari per migliorare la stabilizzazione gleno-omerale;
- Terapia manuale mirata sulla capsula articolare e sui tessuti molli, utile per ridurre tensioni e migliorare la scorrevolezza del tendine capolungo del bicipite;
- Terapie fisiche di supporto: Laser ad alta potenza per l’effetto antinfiammatorio,
Onde d’urto focali per stimolare la guarigione tendinea, Elettroterapia antalgica per ridurre il dolore.
In caso di bicipite infiammato o di cronicizzazione della tendinite del capolungo del bicipite, la riabilitazione resta la prima scelta terapeutica.
Le infiltrazioni ecoguidate con cortisone o acido ialuronico possono essere utili per controllare il dolore persistente o ridurre la tenosinovite.
Approccio combinato e gestione dei casi complessi
Nei casi in cui la tenosinovite del capo lungo del bicipite si associa a instabilità o lesioni concomitanti, è indicato un approccio combinato fisioterapico e infiltrativo, talvolta seguito da intervento chirurgico se la risposta al trattamento conservativo non è sufficiente.
Vuoi approfondire l’argomento? Leggi l’articolo dedicato ai rimedi per l’infiammazione alla spalla.
Trattamento chirurgico
La chirurgia è rara nelle tendiniti isolate, ma particolarmente utile e indicata in presenza di lesioni SLAP o instabilità tendinea.
Principali tecniche chirurgiche
- Tenotomia: consiste nella sezione del tendine all’interno dell’articolazione, eseguita in artroscopia di spalla. È una procedura rapida, efficace nel ridurre il dolore al tendine del bicipite infiammato, ma può lasciare un lieve inestetismo nella parte anteriore del braccio;
- Tenodesi: prevede la reinserzione del tendine sull’omero in una posizione più distale. Mantiene la continuità muscolare e preserva la forza, risultando ideale per pazienti giovani o sportivi;
- Riparazione artroscopica della lesione SLAP: consiste nel fissare il labbro glenoideo superiore tramite piccole ancorette, ristabilendo la stabilità dell’articolazione gleno-omerale.
Scelta dell’intervento e risultati
La decisione tra tenotomia e tenodesi dipende da vari fattori:
- età del paziente,
- livello di attività fisica,
- qualità tissutale,
- presenza di altre patologie associate (come lesione della cuffia dei rotatori o infiammazione del bicipite brachiale).
In caso di tenosinovite recidivante del bicipite capo lungo o degenerazione severa del tendine, entrambe le tecniche offrono risultati eccellenti in termini di riduzione del dolore e ripristino funzionale.
Il recupero post-operatorio prevede un periodo iniziale di immobilizzazione seguito da riabilitazione mirata, con esercizi progressivi di rinforzo e controllo del movimento.
Esercizi per la riabilitazione del capo lungo
La riabilitazione è una fase fondamentale del recupero, sia dopo la fase acuta dell’infiammazione del tendine del bicipite sia in seguito a un intervento chirurgico.
Il programma deve essere graduale, personalizzato e sempre supervisionato da fisioterapisti esperti, per evitare sovraccarichi e recidive.
Obiettivi della riabilitazione
- Ridurre l’infiammazione del bicipite del braccio e il dolore residuo;
- Recuperare la mobilità articolare della spalla e la coordinazione scapolo-toracica;
- Rinforzare la cuffia dei rotatori e migliorare la stabilizzazione gleno-omerale;
- Prevenire nuove lesioni del capo lungo del bicipite o episodi di infiammazione, e mantenere la funzionalità nel tempo.
Esercizi consigliati
Il percorso di riabilitazione comprende:
- Esercizi controllati a basso carico per il recupero della mobilità;
- Esercizi eccentrici, fondamentali per migliorare la resistenza del tendine e favorire la guarigione;
- Stretching dolce dei muscoli anteriori della spalla e del torace per ridurre le tensioni;
- Esercizi di rinforzo progressivo della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari.
- Lavoro sull’intervallo dei rotatori e sulla stabilizzazione del core per ristabilire il corretto controllo del movimento.
Gli esercizi vanno eseguiti senza dolore significativo, con aumento graduale del carico e dell’ampiezza dei movimenti in base alla risposta individuale.
Tempi di recupero
Un percorso riabilitativo ben strutturato consente, nella maggior parte dei casi, un ritorno sicuro alle attività sportive o lavorative in circa 3–6 mesi.
Un lavoro costante e ben seguito permette di migliorare la stabilizzazione gleno-omerale, ridurre il rischio di recidiva e recuperare completamente la funzionalità della spalla.
Prevenzione
La prevenzione della tendinite al capo lungo del bicipite si basa su tre pilastri fondamentali che aiutano a mantenere il tendine sano e a prevenire recidive o complicanze come rottura del capo lungo o calcificazioni tendinee.
1. Riscaldamento e gestione dei carichi
Un riscaldamento adeguato prima dell’attività sportiva riduce il rischio di infiammazione del tendine. È importante gestire i carichi di allenamento in modo progressivo e alternare fasi di carico e scarico, evitando gesti ripetitivi sopra la testa che possono sovraccaricare il capo lungo del bicipite e la cuffia dei rotatori.
2. Rinforzo e stabilizzazione
Un programma regolare di rinforzo muscolare deve includere esercizi specifici per la cuffia dei rotatori e i muscoli stabilizzatori scapolari, che sostengono la corretta stabilizzazione gleno-omerale.
Lavorare sul core e sull’intervallo dei rotatori contribuisce a mantenere equilibrio e controllo durante i movimenti di spinta o di lancio.
3. Postura e controllo del gesto tecnico
Mantenere una postura corretta e curare la tecnica dei movimenti sportivi o lavorativi è essenziale per proteggere l’articolazione gleno-omerale da stress e microtraumi.
Un controllo tecnico accurato riduce il rischio di tendinite del capo lungo del bicipite, migliorando l’efficacia dei movimenti e prevenendo lesioni a carico della spalla.
Riconoscere i primi sintomi consente di intervenire tempestivamente, evitando la cronicizzazione dell’infiammazione o la rottura del capo lungo.
Lavorare con fisioterapisti specializzati e seguire un programma di mantenimento personalizzato aiuta a preservare la salute del tendine e dell’intera articolazione gleno-omerale.
FAQ – Domande frequenti sulla tendinite clb
1.Come curare il capo lungo del bicipite brachiale?
Per il capolungo del bicipite, le cure includono: fisioterapia specialistica, esercizi di rinforzo e terapie fisiche mirate (laser, onde d’urto, tecar). In alcuni casi può essere utile associare infiltrazioni ecoguidate.
2.Quanto dura una tendinite del bicipite?
Di solito il dolore migliora entro 4–6 settimane con trattamento conservativo, mentre la guarigione completa avviene in circa 8–12 settimane, a seconda del livello di infiammazione e della costanza nella riabilitazione.
3.Come capire se il capo lungo del bicipite è infiammato?
Si avverte dolore localizzato sul solco bicipitale anteriore della spalla, accentuato dai movimenti. Durante la visita, la positività ai test di Speed e Yergason conferma spesso la diagnosi.
4.Quali sono i sintomi di una lesione del tendine del capo lungo del bicipite?
In caso di rottura completa, compare dolore anteriore improvviso, talvolta associato a debolezza e al caratteristico segno di Popeye, un rigonfiamento nella parte anteriore del braccio.
5.Si può guarire senza intervento chirurgico?
Sì. Nella maggior parte dei casi la tendinite al capo lungo del bicipite guarisce senza intervento, grazie a un programma di fisioterapia mirata e terapie conservative.
6.La rottura del capo lungo del bicipite è grave?
Generalmente no. Dopo la rottura il dolore tende a ridursi e il deficit di forza è solitamente modesto. Nella maggior parte dei pazienti non è necessario alcun intervento chirurgico.
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Fonti
- Common Shoulder Injuries – OrthoInfo;
- Matthew A. Varacallo; Scott D. Mair – Proximal Biceps Tendinitis and Tendinopathy, Agosto 2023;
- Shane J Nho, Eric J Strauss, Brett A Lenart, Matthew T Provencher, Augustus D Mazzocca, Nikhil N Verma, Anthony A Romeo – Long head of the biceps tendinopathy: diagnosis and management – JAAOS – Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons, Novembre 2010.